Questo post è dedicato alle leggende, ai miti ed alla
presenza del Grigio Rosso Chiaro al loro interno.
Il Boto, delfino amazzonico:
Il Boto è un delfino che vive
nelle acque del Rio delle Amazzoni e a cui sono state attribuite diverse
leggende e superstizioni, la sua colorazione varia dal grigio al grigio-rosa a
seconda dell’età dell’esemplare, cosa che lo rende perfetto per questo step.
Leggenda narra che durante la
notte il Boto cor de rosa (il boto color rosa) si trasformi in un giovane dall’aspetto
attraente e dalle movenze e parlantina invidiabili, vestito completamente di
bianco e con un capello del medesimo colore.
Il giovane grazie al suo
charme seduce le mogli e le fanciulle venute alla festa senza accompagnatori,
principalmente quelle che vestono di rosso, portandole con se in riva al fiume,
dove si darà alla pazza gioia fino all'alba.
Col sorgere del sole però i
suoi poteri svaniscono riprendendo il suo solito aspetto e tornando a condurre
la sua vita in acqua.
Da questa leggenda nasce la superstizione
in cui alle feste, prima di appartarsi con un ragazzo che indossa un cappello,
è meglio farglielo togliere per controllare che non sia il Boto e la credenza
popolare per cui se una ragazza è incinta e non si sa chi è il padre, sicuramente
è figlio del Boto.
Un’altra leggenda narra invece
che il delfino rosa la notte si trasformi in una bellissima donna dei lunghi
capelli, il cui scopo è quello di ammaliare i giovani del posto convincendoli a
rincorrerla fino alle sponde del fiume.
Una volta immersi nel fiume la
bella ragazza si farà prendere e per il suo povero inseguitore arriverà la morte,
in quanto sprofonderà nel fiume morendo affogato.
Victoria amazzonica:
La victoria amazzonica è una
pianta tipica del Rio delle Amazzoni, il cui fiore bianco assume un colore
rosato la seconda notte a partire dalla sua apertura.
Una leggenda indigena racconta
che la Luna, dio delle acque, nel tempo libero seducesse le fanciulle più belle
della tribù, le quali perdevano in seguito all’incontro il proprio sangue e la
propria carne trasformandosi in stelle.
Una giovane guerriera della
tribù di nome Naià, innamorata del dio, non faceva altro che sognare di
incontrarlo nonostante sapesse cosa ciò comportasse.
Un giorno, mentre camminava lungo
le rive del fiume, decise di fermarsi a riposare ed osservando le acque vide
riflesso il dio da lei tanto amato, presa dall’amore che prova si immerse tra
le acque finendo così affogata.
La Luna assistendo alla scena
fu mosso dalla compassione per quella fine terribile e decise di trasformare
Naia nel fiore Victoria amazzonica.
Sakura, fiori di ciliegio:
Il ciliegio in fiore (quello a
5 petali) nella cultura nipponica assume diversi significati, nella religione
viene collegato ai cinque orienti del Buddismo esoterico, ai cinque elementi
sacri (acqua, terra, fuoco, aria e vuoto), nella cosmogonia invece corrisponde
alle cinque parti in cui venne diviso il dio del fuoco Izanagi, per gli
studenti invece la fioritura è segno di buono auspicio, per gli agricoltori
viene visto come un auspicio di prosperità per il raccolto del riso.
Durante la fioritura del
Sakura, il popolo nipponico festeggia la festa di Hanami, che corrisponde all’inizio di un nuovo anno scolastico, all’entra nel mondo del
lavoro per i laureati ed i diplomati, al periodo antecedente alla raccolta del riso,
di conseguenza i giapponesi vedono questa festività come momento di rinascita e di generazione di forza lavoro.
Una delle tante leggende su questo fiori, narra che il suo colore rosato sia dovuto all'assorbimento da parte dell'albero del sangue dei samurai (guerrieri giapponesi) seppelliti sotto tra le radici del ciliegio.
Un’altra leggenda simile
racconta dell’amore di un samurai di nome Iyo,
il quale non aveva più nessuno al mondo e perciò aveva riposto tutto il suo amore ed affetto nell'unico essere vivente rimastogli, un antico albero di ciliegio piantato dai suoi avi.
Il
ciliegio, i cui rami ero adornati da Haiku scritti nel corso dei decenni dalla famiglia dal samurai e da lui stesso, un’estate iniziò ad avvizzire, gettando nello sconforto più totale Iyo, il quale poteva solo assistere impotente alla dipartita di quel vecchio amico.
L'anziano in capace di rimane ad osservare impotente la dipartita di quel ciliegio, che considerava come un vecchio amico, fece di tutto per cercare di salvarlo, ma i suoi tentativi furono tutti vani.
Attingendo ad un'antica convinzione per cui pregando gli Dei, essi potevano concedere ad una persona di compiere un migawari ni tatsu (operare per sostituzione), Iyo decise di chiedere alle divinità di permettergli di sacrificare la sua vita a favore di quella del suo amato ciliegio.
Con
queste parole: « Ti scongiuro di fiorire ancora una volta, perché sto per
morire al posto tuo.»
Il vecchio samurai stese
un telo bianco e dei cuscini e pregando nuovamente gli dei di concedergli il suo desiderio, commise hara-kiri, ovvero l'unica forma di suicidio che gli avrebbe permesso di mantenere il suo onore di samurai e che fosse prevista dal Bushido.
Le divinità ritenendo onorevole il gesto di Iyo, permetterono la trasmigrazione dello spirito del samurai all’interno del ciliegio, il quale fiorì istantaneamente.
Ogni
anno il sedicesimo giorno del primo mese, secondo il calendario lunare, il ciliegio di Iyo fiorisce, tale
albero viene chiamato Jiu-roku-zakura (ciliegio del sedicesimo giorno) e sboccia in inverno.
L'usanza di commettere seppuku ai piedi di un ciliegio è integrato nella cultura dei samurai.
Il legame tra questi antichi guerrieri e il fiore di ciliegio può essere riassunto con un’unica frase:
"tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero"
Il samurai infatti paragona la propria vita a quello di un ciliegio, in quanto il Sakura (ciliegio in giapponese) incarna le qualità che un buon guerriero deve possedere, ovvero purezza, lealtà, onestà ed infine coraggio.
Il guerriero giapponese è consapevole il suo tempo sulla terra è breve quanto la fioritura del ciliegio e che perciò deve vivere in modo onorevole e regale proprio come un fiore di Sakura.